Back to basics (del perché lo zio Rufus in questo periodo è molto contento)
Non voglio recensire l’incontro che Andrea Salidu ha condotto domenica, per conto dei Fabbricastorie, perché spetta prima di tutto ad Andrea, che sta preparando un articolo apposito per il blog dell’associazione.
Voglio però prendere spunto per raccontarvi una piccola riflessione personale. Mi ha molto colpito che Andrea abbia insisitito assai, all’inizio dell’attività, perché si dedicasse diverso tempo a mettere a loro agio i partecipanti e a costruire il gruppo di lavoro di quella che, dopotutto, era un’attività di tipo ludico, attività che di solito prevede al massimo due chiacchiere preventive per poi tuffarsi direttamente nel gioco (io nell’occasione precedente, per esempio, ero stato molto più sbrigativo di lui).
Ho visto così sfilare tecniche di presentazione ben note: il giro di nomi, il presentarsi con qualcosa di sé, perfino Spaziamoci. Per certi aspetti mi è sembrato di tornare al Settore giovani di Azione Cattolica di vent’anni fa e al modo caratteristico che abbiamo sempre avuto di organizzare e gestire le attività. Non a caso Andrea per l’occasione ha rispolverato il libro di Enrico Euli I dilemmi (diletti) del gioco: a lungo Enrico si è mosso su un crinale molto particolare fra gioco e formazione che per tutta una generazione di formatori dell’Azione Cattolica è stato esattamente il mix caratterizzante del nostro modo di lavorare. E non a caso adesso che i Fabbricastorie stanno iniziando a pensare al loro prossimo libro (oh oh! questa si che è una anticipazione!) sono andato a dissepellire i due volumi dei viaggi in training nei quali Enrico e il suo gruppo descrivevano il loro peculiare modo di lavorare.
E quindi domenica sera ho provato un particolare senso di ricomposizione della mia vita, in un certo senso, ritrovandomi a fare coi Fabbricastorie cose – cose molto importanti – che in altri momenti ho fatto con altri. Le ricomposizioni, si sa, danno sempre serenità, e a me vedere il lavoro di Andrea ha fatto molto piacere.
Non è solo questo, naturalmente: nell’ultimo fine settimana ho fatto una buona esperienza all’incontro annuale di rete di Banca Etica; ho visto che Scirarindi è andato molto bene – c’era non poca incertezza alla vigilia fra alcuni operatori, invece l’affluenza è stata molto buona e anche il gruppo degli espositori era interessante, forse migliore di quello dell’anno scorso – e anche l’incontro che i soci di Banca Etica hanno tenuto durante Scirarindi è andato molto bene; l’incontro di Andrea di cui stiamo parlando non è solo andato bene: ha dato anche delle risposte “interne” a noi Fabbricastorie perché vediamo che man mano che giochiamo le nostre carte forse non abbiamo ancora in mano una scala reale ma certo non un due di picche; e i due incontri in memoria di Enrica a cui ho potuto partecipare sono stati molti belli, in certi momenti davvero commoventi. Insomma, i motivi di contentezza ci sono: sono davvero contento, e la ricomposizione di cui stiamo parlando è perciò una specie di ciliegina sulla torta.
Poi, per carità, magari naturalmente non dura: già oggi al Forum dell’Area Centro c’abbiamo problemi che metà basta, però fatemi godere il momento. Sono contento. E tanto basta.