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La cavalleria è morta

Il vostro amichevole Rufus di quartiere in una inaspettata incarnazione
Il vostro amichevole Rufus di quartiere in una inaspettata incarnazione da Fata Turchina

Mercoledì della settimana scorsa sono stato a Roma per una riunione di Banca Etica.

Casualmente ho viaggiato con RyanAir e altrettanto casualmente sono rimasto impigliato nei controlli di sicurezza e sono arrivato al gate fra gli ultimi. Poco avanti a me una ragazza con un trolley piuttosto voluminoso, del quale mi sono accorto perché me l’ha fatto passare sui piedi.

In realtà essendo prima dell’alba non ho registrato coscientemente che era voluminoso. A quell’ora dormo in piedi e mi faccio condurre dal pilota automatico, quindi riacquistato l’uso delle gambe sono tornato a dormire dimenticando la valigia.

Solo che qualche minuto più tardi, quando finalmente ho presentato la carta d’imbarco, mi sono reso conto che la ragazza era ancora là. L’avevano bloccata perché la valigia era, appunto, troppo voluminosa rispetto alle regole della compagnia.

E purtroppo la ragazza (giovanissima: all’occhio esperto del segretario, massimo secondo anno della triennale, probabilmente meno) aveva solo venti euro e gliene servivano cinquantacinque (che, sia detto fra parentesi, non sono pochi).

Bizzarramente quelli della RyanAir suggerivano cose improbabili tipo: «Chiami casa e si faccia portare di corsa i soldi». Cioè: mancavano cinque minuti alla partenza ed era l’alba. Più probabile che la Fata Turchina apparisse d’improvviso e facesse germogliare là l’albero degli zecchini.

E quindi, nei panni improbabili della Fata Turchina, mi sono fatto avanti a chiedere: «Scusate, ma la signora ha bisogno di soldi? Glieli presto io…». Quelli di RyanAir contentissimi, ovviamente, la ragazza invece ha fatto un sacco di salamelecchi: non vado a Roma, sto a quaranta chilometri di distanza…

«Scusi, ma poi torna a Cagliari?» (in realtà il fatto che potesse non essere sarda non mi era manco venuto in mente, e in ogni caso esistono i bonifici).

«Certo, la settimana prossima».

«Perfetto, mi lascia il numero di telefono e quando torna a Cagliari me li fa avere». E le ho prestato quaranta euro. E mi voleva dare subito il cellulare, e mettersi d’accordo. «Guardi, adesso partiamo poi all’arrivo mi aspetta e ci mettiamo d’accordo».

Invece lei – poveretta, educatissima e costernata – appena salita si è fermata a fianco al posto dove mi ero già sistemato e mi accingevo a schiacciare un pisolino. Ma non aveva una penna e la fila incalzava.

E poi è tornata, e mi ha svegliato. E mi ha lasciato tutti i recapiti di famiglia, e il suggerimento di mandare l’IBAN al padre per mail. Perfetto. Ronf.

***

Il giorno dopo, in pausa caffè, sono al chioschetto davanti all’ufficio. C’è anche una studentessa, un tizio che è un habitué soprattutto per sfogliare il giornale e un altro studente.

La ragazza, dopo caffè e panino, si rende conto che non ha soldi.

Un fatto che peraltro al chioschetto a me capita frequentissimamente, infatti spesso mi devono far credito fino al giorno dopo.

Insomma, la ragazza inizia un po’ una trattativa col barista. Quello scherza, non c’è problema, però un po’ glielo fa pesare. Alla fine lei va via, promettendo di tornare entro la mattinata, e non direttamente il giorno dopo come avrebbe voluto.

Questa volta mi sto zitto: un po’ perché una volta alla settimana basta, un po’ perché essendo parte coinvolta non voglio intromettermi nella gestione del barista, un po’ perché i rapporti con gli studenti sono sempre un po’ complicati.

Insomma, mi sto zitto. Ma dopo che se n’è andata dico: «Certo che la cavalleria è morta. Quattro uomini grandi e grossi e non ce n’è uno che abbia fatto il gesto di pagare».

Il barista ride: lui il suo l’ha fatto. L’habituè dice: «No, ma perché non bisogna abituarle. Io con le colleghe offro, ma solo se si fa ogni tanto a turno, senza obbligo: oggi a te domani a me».

«Infatti», interviene l’altro studente. «Offrire si offre solo se c’è qualcosa in contraccambio».

Qualcosa in contraccambio.

È probabile che la frase possa avere anche altri significati – ci ho fatto anche un articolo l’altro giorno – ma lì mi sembrava puntare a un significato piuttosto specifico.

Sarà per questo, ho pensato, che la ragazza ha accuratamente evitato di darmi recapiti propri e, per restituirmi i soldi, ha spedito il babbo.

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Un pensiero su “La cavalleria è morta

  • Direi di non illudersi. Il “contraccambio” è sempre stato implicito nella cavalleria. E personalmente è vero che istintivamente tendo ad essere più gentile verso una donna, specie se giovane e carina (no, non penso al “contraccambio”), ma la gentilezza credo non sia questione di sesso. Se vedo una persona in difficoltà reagisco come Roberto, sia uomo o donna. E suggerisco di contraccambiare (con la stessa moneta) verso la prossima persona che incontreranno in difficoltà, così il cerchio resta aperto.

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