Incontru a nuove pagine di vita
Non ero mai stato al rito de S’incontru anche se naturalmente sapevo che in molti paesi della Sardegna è una parte importante dei riti di Pasqua. Avevo visto delle foto conservate nella casa di Orani (la Pasqua del 1961, credo) e ne avevo sentito parlare, ma non c’ero mai stato, perché a Cagliari usa meno e perché credo che questa sia stata una delle pochissime Pasque che non ho celebrato nella mia parrocchia.
Quest’anno invece Pasqua ha trovato me e Bonaria a Tonara nel lento ritorno verso casa dopo un impegno a Sassari, la sosta del Venerdì Santo a San Pietro di Sorres e un paio di tappe a Orani e Gavoi.
E così prima della Messa pasquale ci siamo disposti con tanti tonaresi nel punto prescelto, mentre i due cortei, uno con l’immagine della Madonna velata e l’altro con la statua del Redentore convergevano lentamente l’uno verso l’altro in un silenzio via via più spettrale.
E poi c’è stato l’urlo liberatorio dell’annuncio della Resurrezione, e devo dire che il chiasso che si è scatenato, le raganelle e le castagnole, i cori e gli applausi mi hanno fatto parecchia impressione. Mi dispiace che le foto che ho fatto non rendano per niente la sensazione.
Eravamo andati a Tonara a chiudere, un po’ mestamente, una pagina: cioè a salutare i luoghi e gli amici che per trent’anni avevano ospitato Pino e Alda, e poi nelle intenzioni a congedarci. Ci aveva accolto un freddo gelido, più adatto all’autunno che alla primavera, che sembrava accordarsi fin troppo alla situazione.
E invece un po’ gli incontri fatti e molto la commozione de S’Incontru ci hanno, quasi inavvertitamente, spostato man mano verso un’altra direzione: torneremo a Tonara, penso, per vivere la nostra pagina. Quella delle villeggiature con Alda e Pino si è chiusa definitivamente, la nostra potrà aprirsi e sarà diversa: vivere questo passaggio è stato il nostro particolare miracolo di Pasqua: tanto che andando via era spuntato il sole, perfino, e si vedeva che era primavera.